GIUSEPPE BIANCO
MARCO GERONI
Molti pazienti impiegano del tempo prima di decidere di fare qualcosa per migliorare la loro situazione a causa della paura del dentista.
Prendo molto seriamente l’odontofobia, l’ho studiata a fondo negli Stati Uniti dove ho dedicato più di un fine settimana con un team di odontoiatri e psicologi per trovare il modo migliore per aiutare questa categoria di pazienti che è molto rappresentata; basti pensare che solo in Italia sono circa il 20% della popolazione coloro che ne soffrono.
Con forte orgoglio posso dire di essere riuscito a far passare questa paura a tutti i pazienti che sono venuti da me con questa fobia; uno dei punti di forza del mio trattamento è proprio nel rapporto empatico che riesco a creare con il paziente, non riuscire a far passare la paura del dentista ad un paziente la sentirei come una enorme sconfitta.
Fig. 1 Il caso di Luca.
Fig. 2 La situazione in prima visita. Fratture, carie destruenti, parodontopatia e conseguenti infiammazione e recessione. L’igiene orale è purtroppo pessima.
Luca è uno di quei pazienti che ha sofferto molto per via di questa fobia e, pur riuscendo a sopportarla in passato per sottoporsi a precedenti cure odontoiatriche che, al tempo, probabilmente avevano incontrato le sue esigenze, si è trascurato negli anni e, non seguendo una adeguata igiene orale a casa, ha purtroppo sviluppato lesioni cariose destruenti, erosioni, accumulo di tartaro e una grave parodontite generalizzata cronica (→ per saperne di più) che ha comportato la perdita di numerosi elementi dentari nell’arcata inferiore e una importante perdita di attacco parodontale con conseguenti recessione e riassorbimento osseo.
Fig. 3 L’ortopanoramica mostra i segni della parodontopatia, ovvero perdita di attacco del legamento parodontale, riassorbimento osseo e recessione. Si notano anche le lesioni cariose e i granulomi che coinvolgono alcuni elementi dentali.
Gli esami radiografici eseguiti in prima visita presso il mio centro, ortopanoramica e TC 3D, hanno mostrato che la situazione di Luca era risolvibile.
Discusse le diverse possibilità terapeutiche, abbiamo optato insieme per una riabilitazione implanto-protesica a carico immediato di tipo Toronto Bridge, sia per l’arcata superiore che per l’arcata inferiore.
Grazie alla sedazione e all’anestesia locale effettuate in studio, che permettono di non far sentire alcun dolore al paziente, in un’unica seduta Luciano è stato sottoposto alle estrazioni dei denti, tutti ormai compromessi dalla parodontopatia, e al posizionamento di sei impianti in arcata superiore e sei impianti in arcata inferiore, alcuni dei quali post-estrattivi.
Particolare cura è stata data alla pulizia degli alveoli tramite piezochirurgia, la quale attraverso la cavitazione garantisce una pulizia perfetta del sito estrattivo.
Fig. 4 Un dettaglio dell’intervento. La pulizia dell’alveolo viene effettuata con un inserto del Piezosurgery® specifico per questo scopo.
Fig. 5 L’ortopanoramica mostra gli impianti posizionati e le barre in titanio che li solidarizzano, garantendo una sopravvivenza implantare decisamente migliore.
Posso dire di essere particolarmente affezionato a questo caso, perchè la gioia di Luca è stata talmente grande da rimanere impressa nei miei ricordi. L’ho rivisto recentemente dopo circa 8 anni dall’intervento e nessun impianto mostra perdita ossea o segni peri-implantite.
Fig. 6 Il lavoro portato a termine, con le protesi ribasate.
Fig. 7 A dispetto del suo disturbo odontofobico, Luca può tornare finalmente a sorridere.
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